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6.10.10

NOBDAY2: ERAVAMO 500.000 + 2 CALZINI

Al corteo del NoBDay2 c'eravamo anche noi. In prima fila dietro il nostro striscione preferito, quello dei Partigiani. Portavamo i nostri 3 cartelli rossi dei Partigiani Nel 3 millennio, in cerca di nuove forme contemporanee di Resistenza.

Su uno dei nostri cartelli c'erano anche due calzini che hanno marciato con noi e sono rimasti fino a tardi in prima fila sotto il palco di S. Giovanni. Hanno ascoltato musica e interventi e cantato con noi. Due calzini Resistenti, con sopra scritti i nomi di Patrizia e Lavinia. Parecchi li fotografavano e qualcuno ci chiedeva "ma cosa vogliono dire quei calzini?" . Qualcuno lo abbiamo visto rimuginare grattandosi il mento e lo abbiamo rincorso noi per dargli la spiegazione. Ma c'è stato anche chi li ha riconosciuti (erano con noi anche in un presidio a piazza Monte Citorio ). Che soddisfazione !

Ora ci sembra giusto dirlo anche a voi Fans dei PN3M, amici di Faccialibro, Popolo Viola perché tanti altri sappiano chi sono i due Calzini Partigiani  cos'è il "Progetto Calzino"(vedi sotto) e magari tanti altri mettano i loro calzini o quelli degli amici che non possono partecipare sugli striscioni e sui manifesti perche' quei Calzini siano presenti con noi.
Questa idea del calzino come delega di chi è assente è nata in un'associazione inglese per dei malati di M.E. (Encefalomielite Mialgica) che non potevano presenziare, a causa della loro malattia, alle attività dell'associazione (http://www.sockit2mecfs.org/).
E' piaciuta a Patrizia Giorgi, (Partigiana nel 3°Millennio ideatrice del "Progetto Calzino") perché è semplice e rappresentativa, e l'ha fatta pensare "a tutte le volte che sarei voluta andare alle manifestazioni di piazza, non solo a quelle per la consapevolezza di noi malati senza assistenza ne diritti, ma anche a quelle per i diritti dei lavoratori, dei pensionati, degli studenti, perché un paese senza diritti non è un bel paese in cui vivere, e perché so bene cosa vuole dire non averne, di diritti. Sentirsi parte della società è un bisogno umano e sentirsi esclusi è una condizione che nessuna persona dovrebbe conoscere. Quando si vive una disabilità si deve imparare a convivere con tanti disagi , l’indifferenza è solo uno dei dolorosi aspetti che si impara a giustificare."

Patrizia , come avrete capito è una giovane donna di 46 anni malata di M.E. che, per questo, non può svolgere una vita sociale al pari degli altri, alcuni di questi malati non riescono neppure a uscire di casa.
"Il Movimento dei Calzini -dice Patrizia -vorrebbe essere rivolto a tutti quelli che hanno disabilità tali da impedire loro di partecipare alle manifestazioni, non solo a chi ha la M.E come me".
Cosa c'è di più semplice, e più rivoluzionario e resistente, che portare i Calzini insieme a noi ricordandoli a chi li vede e ricordando a noi stessi che pesano molto poco la solidarietà ed il sostegno della dignità altrui: il peso, leggero, di due Calzini
"Essere lì con i Partigiani -scrive Patrizia- è voluto dire per me sentirmi parte di questa società di persone, non sono assistita e non ho diritto a nessun aiuto dello Stato ( la mia patologia non è "riconosciuta come invalidante”) ma ci sono, dico la mia , sono ancora viva."

Ecco perché noi Partigiani Nel Terzo millennio portiamo - e porteremo - i calzini sui nostri cartelli . E vorremmo che fossero in tanti a farlo come noi, non solo per delega dei malati di M.E. o MCS ma di tutti coloro che non possono essere presenti per malattia.

Emanuela Bonaga e Patrizia Giorgi

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